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venerdì 20 aprile 2018

Zampe d'orso o umane? Il pm ordina una consulenza




13 gennaio 2017

PADOVA. Zampe d’orso o qualcos’altro? Qualche dubbio è sorto spontaneo anche in chi pratica, di mestiere, la materia dell’anatomia umana.

Così il pubblico ministero Benedetto Roberti, titolare dell’inchiesta che ha portato al blitz dei carabinieri del Nas nel ristorante cinese situato nel China Ingross in corso Stati Uniti, ha scelto di disporre una consulenza tecnica per esaminare le (presunte) zampe d’orso immortalate in una fotografia dal cuoco del ristorante. Cuoco incaricato di servirle a una tavolata di connazionali.
La macabra immagine, pubblicata sul social Facebook, è finita sotto la lente d’ingrandimento dei carabinieri del Nas.

Cotti e mangiati: di quei due “zamponi” non c’è più traccia visto che, la sera del 28 novembre scorso, erano la prelibatezza della cena organizzata da un commerciante (cinese) per i suoi ospiti. Un medico legale, consultato dagli inquirenti, avrebbe espresso qualche dubbio sul fatto che si tratti (con assoluta certezza) di zampe d’orso considerando la forte analogia con gli arti umani.

Si tratta davvero di zampe d’orso? O – atroce ipotesi – potrebbero essere piedi umani? L’esame dovrà approfondire la morfologia dei due arti e chiarire il “giallo” sia pure attraverso la sola prova fotografica.

Intanto il titolare del ristorante cinese "Yi Hia Ren" (Xiaodong Feng, 52 anni) resta indagato per violazione delle norme per la protezione della fauna selvatica che tutela l’orso autoctono (presente in Abruzzo e nel Triveneto), non cacciabile nel nostro Paese. In altri Paesi anche Europei (Russia, Slovenia, Bulgaria, Croazia solo per citarne alcuni) sono ammessi sia la caccia (previa autorizzazione) sia il consumo purché ci siano documenti che ne attestino la provenienza.

Il 4 gennaio scorso il Nas si è presentato nel ristorante con la fotografia: la moglie del titolare non ha potuto negare l’accaduto. Ma ha cercato di giustificarsi spiegando che un cliente, di cui non ricordava il nome, di professione commerciante, era arrivato nel locale qualche giorno prima della cena con una confezione di “zampe d’orso” . Confezione con un’etichetta in lingua straniera (a suo dire proveniente dalla Slovenia). La richiesta? Cucinare quella carne per una cena offerta agli amici. Nel corso del blitz sono state rilevate gravi infrazioni amministrative per violazione delle norme igienico-sanitarie e sulla tracciabilità degli alimenti tanto che è scattato il sequestro di 55 chili tra carne e pesce congelati di provenienza sconosciuta, e altre due confezioni (di cosce di rana e di polpa di granchio) scadute da mesi. Il magistrato ha ordinato al Nas di controllare tutti i ristoranti cinesi del Padovano.

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02 febbraio 2017

Risolto il giallo del ristorante cinese: le zampe erano d’orso nessun piede umano in tavola
La perizia voluta dalla procura ha stabilito che sono due arti d’animale europeo, uno dei due in putrefazione.




da: mattinopadova e corrieredelveneto

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